Di Sana Pianta 2024
geografie del possibile
La necessità, nata nell’ambito delle discipline naturali, è sempre più evidente: ricollocare l’umano in una nuova mappa planetaria ripensando le gerarchie tra i viventi e mettendo in campo altre metodologie, pratiche e percorsi.
Pensarsi oggi, come umani, della stessa sostanza di una pianta, del vento, di una goccia d’acqua o di un sasso è un vero e proprio atto politico, un pensiero radicale che decentra l’essere umano nelle figurazioni della realtà e che lo rende la continuazione, simbolicamente e non, di un filo d’erba, dell’argine di un fiume, del profilo delle nuvole. Già discipline millenarie orientali lo avevano annunciato. Avremmo così la possibilità di superare la dicotomia tra natura e cultura e far parte finalmente di un’unica, infinita e atemporale tessitura, una geografia più che umana, abitata da uno stesso respiro.
“I fiumi non esistono, sono una nostra invenzione”, sostiene provocatoriamente Dilip da Cunha in “The Invention of Rivers”. Ciò che consideriamo caratteristiche naturali della superficie terrestre, secondo da Cunha, sono frutto della progettazione umana, che pensa ai fiumi come corsi d’acqua stabilmente delimitati tra due rive parallele.
Ciò che invece esiste, aggiunge da Cunha, sono i “territori dell’acqua”, situazioni instabili e mutevoli, dove la terra e l’acqua conducono un incessante negoziato.
La trascrizione grafica del nostro modo di pensare ai fiumi sono le linee blu con le quali li disegniamo nelle mappe; la sua traduzione spaziale sono gli argini, manufatti attraverso i quali instauriamo una netta separazione tra terra e acqua. Come spiega l’architetto del paesaggio Annalisa Metta, “I fiumi sono perciò la costruzione intellettuale, grafica e poi architettonica di una frontiera; sono la figura con cui trattenere l’acqua dentro un recinto, perché non debordi e non invada la terra”.
Nel nuovo appuntamento della rassegna Di Sana Pianta proponiamo due laboratori e una conferenza pubblica sul fiume Retrone, uno dei “territori d’acqua” di Vicenza, e sui suoi e nostri argini, materiali e concettuali.
Sabato 14 settembre 2024, dalle 9:00 alle 17:00
Laboratorio fotografico sul Retrone
condotto da UBIF
Il paesaggio fotografato è un oggetto complesso, una creazione visuale soggettiva e insieme culturale e collettiva, che contribuisce a concretizzare la nostra relazione con lo spazio e con il mondo.
I fotografi Sacha Catalano e Andrea Rosset guideranno i e le partecipanti in una esplorazione fotografica delle aree del fiume Retrone che confinano con il quartiere dei Ferrovieri, a Vicenza.
Oltre all’esperienza sul campo, si svolgeranno due incontri online, le cui date saranno comunicate in seguito all’iscrizione. Nel primo, precedente all’uscita, si esamineranno alcuni modelli di lettura del paesaggio fluviale: accanto ad esempi provenienti dalla pratica fotografica istituzionale e autoriale, verranno proposti alcuni possibili schemi interpretativi per un paesaggio ambiguo e mutevole come quello del Retrone, nel quale la morfologia acquatica si intreccia con lo scenario urbano. Naturale e culturale, molteplice e unico, quello del fiume è un paesaggio ibrido, che si può leggere innanzitutto come spazio di relazioni e interazioni, al di là di ogni sguardo autocentrato e di tentazioni idealizzanti o suggestioni pittoresche.
Nel secondo incontro online (successivo all’uscita) si raccoglieranno e selezioneranno le immagini prodotte dai partecipanti, per poi realizzare una serie di cartoline – chiamata “Vero souvenir” – che verranno spedite tramite posta ordinaria a chi parteciperà alla conferenza (M)argini, che si terrà il 21 settembre.
Il laboratorio è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza, non serviranno particolari attrezzature e si potrà partecipare anche con la fotocamera dello smartphone.
I posti disponibili sono limitati a un massimo di venti persone – Iscrizionie entro l’8 settembre
Ritrovo al centro polifunzionale La Locomotiva,
presso il Centro Civico 7 (Ferrovieri), via Rismondo 2, Vicenza.
Se lo desideri puoi iscriverti cliccando qui!
Sabato 21 settembre, dalle 10:00 alle 16:00
Laboratorio sonoro sul Retrone
a cura di UBIF, condotto da Renato Rinaldi
Da sempre la vista è il senso che domina la nostra interpretazione del paesaggio, ma sono sempre più frequenti le occasioni in cui ci accorgiamo del potere delle nostre orecchie nel conoscere nuovi, affascinanti aspetti dei luoghi che esploriamo.
Questo secondo laboratorio del progetto “Un fiume l’attraversa” è dedicato ai suoni e si sviluppa per ascolti e registrazioni nel paesaggio fluviale nell’arco di una giornata sul Retrone, insieme al professionista del field recording Renato Rinaldi.
Tra le 10.00 e le 16.00, i e le partecipanti faranno un’esplorazione nel quartiere dei Ferrovieri, lungo l’argine del fiume e nel parco Retrone, mettendosi in ascolto delle molteplici voci del paesaggio fluviale. Il laboratorio sul campo sarà introdotto da un momento formativo dedicato ai temi dei paesaggi sonori, delle modalità di ascolto e di field recording. A seguire, camminando nel paesaggio, saranno registrati i suoni del fiume e del parco, ma anche degli abitanti – umani e altri animali – che popolano questo territorio.
Il laboratorio, a partire da un’esperienza immersiva in un breve tratto del fiume Retrone, vuole essere un’occasione per imparare ad avvicinarsi al paesaggio urbano anche dal punto di vista dei suoni, e per sviluppare una sensibilità sonora condivisa. In chiusura, nella prima parte del pomeriggio, ci sarà un momento dedicato all’ascolto collettivo dei materiali registrati, immaginandone un uso futuro.
Il laboratorio è gratuito e aperto a tutta la cittadinanza, non serviranno particolari attrezzature (chi possiede un registratore è invitato a portarlo; si potrà registrare anche con lo smartphone ma
l’importante è avere un paio di cuffie, altri strumenti saranno messi a disposizione dei e delle
partecipanti);
I posti disponibili sono limitati a venti persone – Iscrizione entro il 15 settembre
Ritrovo al centro polifunzionale La Locomotiva,
presso il Centro Civico 7 (Ferrovieri), via Rismondo 2, Vicenza.
Se lo desideri puoi iscriverti cliccando qui!
Sabato 21 settembre, ore 17:30
(M)argini: dialogo sul Retrone
conversazione tra due geografi sui paesaggi fluviali
con Chiara Spadaro e Francesco Vallerani
Nel suo racconto “I fiumi di Vicenza” (dal libro L’ultima contessa di famiglia, 1968), Antonio Barolini scrive che “i fiumi non si vedevano, ma se ne sentiva la presenza”. A partire dal lavoro fatto con i cittadini e le cittadine nei laboratori precedenti, la conferenza pubblica – che si terrà in presenza vicino all’argine del fiume Retrone, nel quartiere dei Ferrovieri – vuole rendere visibile, e udibile, l’“invisibile corrente” di questo fiume vicentino.
Per farlo, due geografi sono invitati a dialogare sul tema degli argini: confini e punti di contatto tra il mondo terrestre e quello acquatico, tra noi umani e altri esseri viventi, tra gli effetti della crisi climatica sempre più evidenti e la corrente, spesso placida, del fiume.
Oltre a un approfondimento geografico, saranno fatti dei collegamenti con le iniziative in corso a Vicenza (più recenti e anche consolidate), che stanno provando ad avvicinare le persone ai corsi d’acqua della città, in modo sensibile e con un’attenzione ecologica sempre più forte.
Riva del Retrone, all’altezza di via Baracca 16, quartiere dei Ferrovieri, Vicenza.
In caso di maltempo l’evento si terrà al centro polifunzionale La Locomotiva, presso il Centro Civico 7 (Ferrovieri) via Rismondo 2, Vicenza.
Partecipazione libera, iscrizione consigliata
eventi conclusi
MONTE CORNO – sopra Lusiana (VI)
con ritrovo alle ore 16.30 al parcheggio di Bocchetta Granezza
Pleasure rocks
un progetto di ricerca nato dalla collaborazione di Ultimabaret / Titta C. Raccagni e Barbara Stimoli con l’artista visiva Alessia Bernardini
Pleasure Rocks esplora la relazione materica minerale tra umano e altro dall’umano e invita il pubblico a immergersi in un’immagine contemplativa e nell’ascolto dei suoni ambientali
Attraverso il tempo dell’esplorazione e della percezione, dello spazio di cura e di ri-connessione, genera un’alleanza tra i corpi, una intra-azione tra umani e rocce.
Il titolo è un gioco di parole che suggerisce l’importanza di risignificare il piacere, affermandone il valore politico e trasformativo. È un tempo dilatato, geologico, che apre possibilità diverse del piacere, in uno stato di ascolto che amplifica i sensi e ci riconnette alla materia che siamo, in cui siamo immersi e “intra-agiamo”.
“In deep time everything is transient: bones become rocks, sand mountains, oceans cities.”
Helen Gordon, Notes from deep time
Il luogo della performance verrà raggiunto tramite una
PASSEGGIATA DI AVVICINAMENTO
con PAOLO MIETTO – geologo
Ritrovo alle ore 16.30 presso il parcheggio
L’iscrizioni allo spettacolo e alla passeggiata
è necessaria presso: rassegna@disanapianta.org
partecipazione gratuita
La performance è parte di un progetto artistico che comprende un laboratorio condotto da Ultimabaret
sabato 29 e domenica 30 giugno – dal mattino alla sera
LABORATORIO CON ESITO PERFORMATIVO
Il laboratorio è una parte essenziale di condivisione, apertura e nutrimento della ricerca PLEASURE ROCKS.
Due giorni immersivi in cui, attraverso diverse pratiche somatiche, le due artiste ci conducono in un tempo dilatato e profondo, minerale. Un processo che permette di fare esperienza e incarnare la fragilità, la resilienza, la quiete dinamica di sé e del suolo: è anche così che trasformiamo il nostro relazionarci.
Il laboratorio è gratuito e accessibile a chiunque interessatə, per un massimo di 20 persone. Chi partecipa potrà prendere parte, se lo desidera, all’installazione performativa.
info e iscrizioni: rassegna@disanapianta.org – tel. 393 0769891